Davide Sapienza: Milano. Il Geopoeta e le Terre della Percezione
Dopo avere camminato attraverso mappe milanesi, nella geografia fisica e anche interiore, Davide Sapienza torna per la sesta volta a condividere con Passeggiate d’Autore i territori della grande città europea. E proprio l’ultima incursione nel cuore selvatico di Piazza d’Armi ha ispirato a Davide l’idea di invitare gli amici della rassegna ad avventurarsi con lui nelle “terre della percezione” raccontate nel suo libro più rappresentativo e appena uscito “Il Geopoeta. AvvenTure Nelle Terre Della Percezione” (Bolis Edizioni, una rassegna stampa si trova suwww.davidesapienza.net). Per realizzare questa idea il viandante poetico chiede un appuntamento sabato 27 aprile alle 10.30 presso la fermata M2 Gioia, per apprestarsi, da lì, a praticare un’esplorazione sensoriale della città, condivisa e sorprendente. Quanto? Lo deciderà la nostra curiosità, quanto rivelatrice. Il percorso nascerà dal vivo, grazie alle connessioni tra chi cammina e gli invisibili genius loci che incontreremo nell’andare con spirito selvatico attraverso l’urbe. Dimenticheremo il tempo di ogni giorno per abbandonarci alle ondate di Ultratempo? Lo scopriremo solo insieme, è il patto della geopoetica condivisa che vivremo dai primi nudi passi a quando giungeremo a Tempo Ritrovato Libri (dove il 14 marzo scorso Sapienza ha presentato il suo libro e scoperto un luogo speciale di Corso Garibaldi). La meta vera, però, sarà il nostro andare: solo questo, chiede Davide: fiducia e voglia di scoprire il geopoeta di ognuno di noi. La geografia è poetica, e la visione, la nostra… Gioia del Tempo Ritrovato.
Appuntamento
Sabato, 27 aprile
10.30
Via Melchiorre Gioia – Ingresso fermata MM2 Gioia – accanto all’edicola
7 euro
Info/prenotazioni: info@passeggiatedautore.it – 3392220777
L’Autore
Davide Sapienza, geopoeta, scrittore, autore di reportage, traduttore. In editoria dal 1984 (prima in quella musicale come autore di libri, giornalista e conduttore per RAI DSE e Radio Popolare, label manager Rykodisc Europe dal 1997 al 2004), dopo anni di viaggi ed elaborazione di uno stile capace di incorporare la relazione con il territorio nella narrativa di viaggio, nel 2004 esce da BaldiniCastoldi con I Diari di Rubha Hunish (ripubblicato in edizione espansa nel 2017), seguito da La valle di Ognidove, La strada era l’acqua, La musica della neve, Scrivere la natura, Camminando, La vera storia di Gottardo Archi. Fino al recente Il geopoeta. Avventure nelle terre della percezione (Bolis).
Dai suoi libri ha tratto spettacoli letterari-musicali, oltre che l’ossatura delle sue camminate geopoetiche, anche di più giorni, primo autore in Italia a virare in questa direzione per diffondere i suoi testi. Nel 2009 la Tv Svizzera Italiana gli ha dedicato il documentario La Sapienza di Davide. Parole in cammino. Dopo varie esperienze di reportage per magazine come Specchio, Rivista della Montagna, Diario, GQ, dal 2013 è firma del Corriere della Sera (dorso di Bergamo), anche con la rubrica del venerdì “Sentieri d’autore”. Scrive anche per VanityFair.it, Meridiani Montagne, Azione (Canton Ticino, Svizzera).
Considerato tra i più importanti traduttori di Jack London, ha curato oltre venti classici e lavorato con poeti come Lance Henson e John Trudell. Dal 2012 al 2014, insieme a Franco Michieli ha realizzato La Via dei Silter, cammino (e libro) nell’Area Vasta Val Grigna in Lombardia, basato su principi geopoetici. Dal 2016 sta sviluppando un progetto geopoetico per il Nordland National Parksenter in Norvegia. Nel 2018, il Sistema Bibliotecario Valle Seriana, della Rete Bibliotecaria di Bergamo, lo ha invitato a sviluppare insieme ad Alpes una rassegna di cammini geopoetici per costruire una mappa del territorio in cammino, in dieci comuni: primo caso di questo genere in Italia. Lo sviluppo del “laboratorio geopoetico” oltre le scritture, è affidato ad Alpes. Nel settembre 2018 è uscito L’Uomo del Moschel (Bolis Edizioni), lungo racconto dedicato alla storia di un bambino che attraverso un sogno, connette il proprio passato ancestrale a un domani onirico.
Il libro
Il Geopoeta. Avventure nelle terre della percezioneè il primo libro di Davide Sapienza da Camminando (2014). Intervallato dai racconti editi da Bolis (La vera storia di Gottardo Archie L’Uomo del Moschel), questo testo è il completamento del lavoro di riflessione ed esplorazione di tutte le tematiche che hanno distinto l’originale cammino editoriale dell’autore. Le “boe” della sua narrativa vengono definite da quindici anni di viaggi, riflessioni, saggi, conferenze, reportage, attività in pubblico (incontri e soprattutto cammini geopoetici) che hanno originato quel percorso narrativo capace di prendere vita nelle storie che nascono tra il territorio e la presenza umana, soprattutto, sviscerando ancora più a fondo l’idea di una poetica della geografia, intesa come materia omnicomprensiva, inclusiva di tutto. Per tale ragione, il lungo capitolo 1 (“La geografia è poetica”) è una vera dichiarazione programmatica, politica e soprattutto poetica: creatività ispirata ed espressa con intenzione, alla ricerca di storie sempre nuove e viste da angolazioni non convenzionali. É la sfida dell’autore in cammino, nel viaggio come essenza per trovare “linguaggi e non parole”.
Sapienza considera Il Geopoeta il compimento della sua “missione” poetica. Un approdo dopo un lungo andare che si è tradotto in oltre dieci libri dal 2004 a oggi. La naturale conclusione dell’altro caposaldo della sua produzione, I Diari di Rubha Hunish(2004). Non a caso ci sono voluti quattro anni e sei stesure e riscritture, con il decisivo lavoro della scrittrice Elena Maffioletti, che Davide ha voluto accanto nella stesura definitiva come editor. In questo modo, escludendo diversi scritti, le 128 pagine raggiungono un equilibrio e un’essenzialità nuova: nove capitoli che si susseguono come “luoghi” di un viaggio nel corso del quale il lavoro geopoetico si è svolto o si sta realizzando (come nel Nordland, nell’Artico norvegese). Ci sono anche luoghi trasfigurati, la celebrazione della geografia fisica e di quella artistica, fino alla geografia astrale del finale. Una sfida a ripensare il rapporto che abbiamo con le sensazioni che si fanno pensiero, il dubbio come propellente per non smettere mai di cercare nuove “avventure nelle terre della percezione” alla ricerca della nostra identità più sincera: luoghi ed esperienze, solo in apparenza remoti, grazie ai quali la percezione riprende le redini del nostro vivere travalicando la geografia fisica per diventare luogo dell’immaginario.